Esposizione artistica di oggetti di design, d’arte e artigianato artistico – Artisti vari
Ca’ Sagredo Hotel – Venezia 8-30 dicembre 2020
Martedì 8 dicembre si è inaugurato il 1° Christmas Art Market nelle sale nobiliari dello strepitoso Ca’ Sagredo Hotel. Un’esposizione di eccellenze d’arte, artigianato e design che solo il genio veneziano poteva coniugare.
Evento concepito da ON VIEW Experiences & Weddings di Ornella Naccari in collaborazione con G’art [galleria delle arti] e Ca’ Sagredo Hotel.
Opere di: Antares di Fulvia Notari; Antithesis di Laura Zuliani; Antonia Trevisan; Aventurina Design; ImprontaCreativa; Orsola Mainardis Jewels; Vita di Vetro-Andrea Moretti; Stefano Ceretti Photography; This masquerade.
URBANIMALè un progetto artistico che riflette sullo spazio urbano ed espositivo contemporaneo inteso come organismo vivente. Nei mesi di esposizione il Palazzo di Fondazione Masieri accoglierà – come un rifugio – le sensibilità di una selezione di artisti di fama internazionale sotto “l’impronta espositiva” silenziosa e vigile della città di Venezia. A partire dall’11 maggio la palazzina si trasformerà in un vero e proprio “ecosistema artistico” nel quale non solo lo spazio espositivo è parte integrante dell’elaborazione creativa, ma ne viene inglobato concettualmente anche l’ambiente circostante, persino su scala universale. La sala al piano terra di Fondazione Masieri diverrà una vera e propria stanza ideale in cui lo studio sui riferimenti compositivi di Carlo Scarpa verrà indagato nella sua organicità e restituito al visitatore attraverso l’integrazione tra arti visive, design, architettura.
LE MOSTRE Durante i mesi di esposizione la palazzina accoglierà al suo interno fenomeni di sviluppo del concetto di “ecologia dell’arte” ospitando le famose installazioni in plastica rigenerata di Cracking Art a emblema del progetto (maggio-novembre), le opere del provocatorio artista internazionale Robert Gligorov (maggio-agosto) e l’elogio del silicone nel design di Alessandro Ciffo (ottobre e novembre, in collaborazione con Venice Design Week 2019).
La scelta di porre i suricati del movimento italiano Cracking Art come simboli-sentinelle a guardia del Canal Grande per tutti i mesi di esposizione, rimanda proprio all’attenzione costante che la specificità veneziana richiede, spingendo passanti e fruitori a guardarsi attorno a propria volta, alzando istintivamente la soglia dell’attenzione nei confronti dell’ambiente circostante. I suricati rappresentano un esempio unico di comportamento e interazione all’interno del macro-mondo degli esseri viventi e in URBANIMAL suggeriscono il concetto di spazio ecologico nel quale le opere d’arte, gli oggetti di design, le installazioni convivono in maniera eterogenea con il delicato sistema ambientale.
“BRAMA RENAISSANCE” Personale di ROBERT GLIGOROV
Come il serpente della statua “Gruppo del Laocoonte” alla quale l’opera è ispirata, la tecnologia – rappresentata dal tubo di metallo – stravolge profondamente la visione di noi stessi e del mondo circostante impedendoci di espandere l’abbraccio – seppur disperato – nei confronti dell’universo. Fuoriuscendo prepotente dalla fronte dell’uomo, zona deputata a ospitare il terzo occhio, il tubo blocca con inaudita violenza l’intuizione del tutto cosmico. Secondo l’antica religione vedica indiana, Indra uccide il serpente cosmico Vritra liberando le acque e dando vita alla creazione. Il gran sacerdote Laocoonte della statua classica, l’albero, non riesce a fronteggiare l’assalto dei serpenti marini. La sua compostezza, la sua presenza reale e assoluta sembrano incapaci di fare da monito all’assalimento dei moderni incubi (novelli cavalli di Troia) lasciando che i primi risultati della catastrofe ecologica globale bussino alle porte. Robert Gligorov ha sempre realizzato opere con tematiche legate a vegetale, animale e umano considerandoli la grande triade. Essi rappresentano la trinità spazio-tempo-materia e si immergono in un sistema spaziale ambientale che è parte integrante dell’elaborazione artistica, tanto da assumere una connotazione sacrale. Lo spazio scarpiano completa e accentua la percezione sensoriale pura e assoluta dell’opera intensificando l’attenzione verso elementi invisibili quali la luce, il tempo, il vuoto. La video-performance dal titolo “La leggenda di Bobe” è simbolo dell’anima che sceglie la forma aerea per liberarsi nello spazio generando altro pensiero e altra vita marcando -in modo fragile e poetico- il legame connettivo primigenio tra le identità viventi (in questo caso uomo e animale). Completano l’installazione due rappresentazioni di una realtà (vegetale/umana/animale) distorta, entro cui il sodalizio spazio-tempo-materia viene percepito attraverso la perdita del fuoco (sfocatura). La sala del palazzo di Fondazione Masieri rappresenta una vera e propria “stanza ideale” nella quale i riferimenti compositivi spaziali sono restituiti al visitatore attraverso il plasma creativo potente e immaginifico dell’artista.
“UMBRA 5.1” Personale di ALESSANDRO CIFFO Colonna sonora dell’installazione a cura del compositore Antonio Moretti (Vicenza)
Esposizione artistica di oggetti in vetro di Murano dal 900 a oggi – Artisti/Collezionisti vari VITRUM – Milano Rho Fiere 1-4 ottobre 2019
Da sempre il vetro suggestiona artisti e poeti con le sue caratteristiche peculiari. Sinonimo di purezza e fragilità, sin dall’antichità si è conquistato un posto d’onore nel cuore di chi aspira a circondarsi di arte e bellezza. Venezia che fin dalle sue origini è stata punto nevralgico del commercio marittimo, ha saputo investire, con gusto e caparbia intuizione in questo straordinario elemento, creando intorno alla fine del 1200, un centro di lavorazione del vetro di eccellenza: Murano.
Artisti, designer, perlere e impiraresse che dall’antica arte di Murano hanno tratto ispirazione, presenteranno al pubblico mondiale l’evoluzione e la magnificenza di questo materiale, tra i più versatili e ricchi di fascino che l’uomo abbia scoperto e saputo interpretare.
Nella suggestiva cornice dell’Hotel Ca’ Sagredo di Venezia vengono esposti due lavori su vetro dell’artista Antonia Trevisan dal titolo: GRADIVA. SOGNO E REALTA’ Gennaio 2019 – Gennaio 2020
La presentazione delle opere durante l’evento Glass Tourism ProjectUn particolare dell’opera
Gradiva, tra sogno e realtà – Storia e realizzazione
Nel romanzo “Gradiva. Una fantasia pompeiana” Wilhelm Jensen narra la storia della passione dell’archeologo Norbert Hanold per un bassorilievo marmoreo, ammirato nei Musei Vaticani a Roma. Nella fanciulla che incede leggiadra, dotata di “una grazia naturale, semplice, virginea”, egli riconosce le fattezze di una “domina” pompeiana, e le attribuisce l’appellativo di Gradiva, “colei che avanza”. Lo affascina il movimento aereo e fluttuante dei panneggi, che scoprono i piedi nei sandali, ma, soprattutto, lo attrae irresistibilmente quel piede destro che sfiora il terreno con la punta della dita, mentre suola e tallone si levano quasi in verticale.
Gradiva si impadronisce della mente e dei sogni di Hanold a tal punto che egli decide di mettersi in viaggio per Pompei alla ricerca della donna tra le rovine della città vesuviana. La incontrerà sotto il sole abbagliante dell’estate campana, ma la realtà di quella giovane fatta di carne e non di marmo e che gli risponde in tedesco aiuterà l’archeologo ad uscire dal proprio delirio. La Gradiva, vista fra le pietre pompeiane, è infatti Zoe Bertgang, sua vicina di casa, con la quale aveva giocato nell’infanzia. La conclusione banale e ironica del romanzo con la reciproca dichiarazione d’amore della coppia, nulla toglie alla suggestione che avvince il lettore nel seguire l’intricato dipanarsi dell’ossessione di Norbert.
Il racconto, edito nel 1903, fu segnalato da Jung a Freud, che nell’agosto 1906 scrisse Delirio e sogni nella “Gradiva” di W. Jensen, interpretando il testo letterario con gli strumenti dell’analisi clinica. Quello di Norbert Hanold si configura come un caso di rimozione di un amore giovanile, risvegliato dalla figura femminile di Gradiva-Zoe.
Il racconto si presta a molteplici piani di lettura, in cui si intrecciano la passione archeologica e il mito, l’allucinazione e la realtà, l’erotismo e la sua sublimazione.
Trasferite sulla lastra di vetro, le immagini fotografiche della coppia di presenze femminili vivono l’una della vita dell’altra, come nel complicato delirio dell’archeologo.
Nel racconto visionario che Antonia Trevisan ci narra, marmo e carne, Gradiva e Zoe, si compenetrano in un suggestivo dialogo di forme in movimento; il passato del bassorilievo antico assume le fattezze di una giovane di oggi; sogno e realtà si sovrappongono, come due esistenze parallele, illusorie, entrambe possibili.
L’artista, che fin dai suoi esordi si è esercitata nella lavorazione del vetro, si serve della trasparenza di una lastra di vetro temperato per catturare in una immagine di grande efficacia comunicativa il sogno e la passione amorosa del protagonista. Le due figure femminili vengono proiettate, nel gioco sottile delle ombre riflesse, in una quarta dimensione “onirica”, che riassume, ma nel contempo supera, la superficie piatta della pittura e quella tridimensionale della scultura.
ANTONIA TREVISAN Nata a Vicenza, vive e lavora tra Vicenza e Venezia.
A partire dal 1970 frequenta, presso la bottega di arredamento di Gigi Lanaro a Vicenza, gli appuntamenti serali con architetti come Carlo Scarpa, Arrigo Rudi, Giorgio Bellavitis, Federico Motterle, Umberto Tubini e Domenico Sandri, con lo scultore del vetro Luciano Vistosi e con la tessitrice e designer Renata Bonfanti, che, rifacendosi ai principi teorici di Gropius e del Bauhaus, riconosce valore autonomo all’arte applicata, convinta della necessità di fornire alla società nuovi modelli oggettuali ispirati al massimo della semplicità e funzionalità. In quegli anni comincia a progettare e a mettere in opera le sue prime vetrate impiegando lastre di vetro soffiato colorato, assemblate con collante trasparente e inserite fra pannelli di vetro antisfondamento. Nel 1988 crea il brand “Antonia Trevisan idee colore” con il quale progetta e realizza vetrate artistiche prestigiose oggi distribuite in Veneto e Lombardia. Dal 2002 si dedica più intensamente alla pittura che diventa finalmente visibile nel 2010 con la prima personale, cui segue una cospicua serie di esposizioni in Italia e all’estero. Affascinata dai molteplici risvolti dell’arte, oltre al progetto “Gradiva, sogno e realtà” con il suo lavoro ha analizzato numerosi temi legati alla psicologia e/o alla sociologia.
La street art a Venezia! Due location, due spot esterni, due artisti, lo stesso proposito
G’art [galleria delle arti] in partnership conArteMea di Londra presenta un evento mai contemplato in laguna. Da giugno Venezia e Londra saranno legate da una trama immaginaria tessuta dalla collaborazione di due realtà creative che nella “sostanza” del fare arte in senso sociale, si sono scoperte affini.
Venezia diventerà palcoscenico di azioni esterne su cui le “icone” degli artisti, segnali potentemente urbani e contemporanei, dialogheranno con l’immutabile paesaggio veneziano spingendo passanti e creativi alla riflessione su temi fortemente cari alla città e ai suoi abitanti.
Lavorando sull’elemento creativo della città per antonomasia, l’acqua, i due artisti giocheranno su diversi supporti materici coniando nuovi stilemi o rielaborando i propri modelli di appartenenza, per invogliare i visitatori a porsi domande sul senso di fluidità contemporanea totale, di cui Venezia è la più splendida e fragile delle manifestazioni.
Con le sue contraddizioni e problematiche, è emblema di una condizione delicata di esistenza: la sua sopravvivenza come “città del sogno tramutato in realtà” è pericolosamente in bilico. Le bellezze artistiche e architettoniche, l’ecosistema lagunare, perfino il valore simbolico universale della città sono seriamente minacciati dall’inquinamento delle acque e dell’aria, dalla commercializzazione senza tregua, dai diversi fenomeni generati dal turismo di massa.
Nata tra gli anni 70 e 80 negli Stati Uniti come espressione di una “sottocultura di genere”, successivamente importata e celebrata dalle più prestigiose gallerie del mondo, la street art giunge ora a Venezia dando voce a due artisti, i cui linguaggi personali si intrecciano con la territorialità veneziana e si manifestano al pubblico, con la nascita di una serie di opere dedicate, tra cui il brand artistico EAU DE LAGUNE firmato Endless. Una produzione artistica singolare che, attraverso l’uso del registro street, fa dell’ironia e del colore vivo i suoi elementi principali, con la piena consapevolezza di offrire un nuovo significato alle icone di venerazione contemporanea.
Liquid identity | Atto primo:i “murales”
Grazie alla disponibilità dei proprietari e dell’architetto responsabile di cantiere, nel Sestiere di Cannaregio siamo riusciti a realizzare quattro “murales” che, nel rispetto delle antiche abitazioni veneziane, sono stati eseguiti su pannelli di legno. Ubicazione: fondamenta dei Ormesini (angolo calle Turlona)
Liquid identity | Atto secondo: la mostra
L’esposizione delle opere dei due artisti è realizzata nella sede veneziana dell’Antica Scuola dei Laneri – Sestiere Santa Croce
Liquid identity | Atto terzo: la mostra trasloca
Endless e Papibulldozer tornano dove si è consumato il primo atto e si installano nello spazio post-industriale BVK a Cannaregio Calle Turlona 2866 (angolo fondamenta dei Ormesini). In occasione dell’inaugurazione, una performance di live painting di Papibulldozer
Liquid identity | Finissage
Be LOCAL – L’evento – Arte | Artigianato | Vino Liquid identity volge al termine, a dimostrazione della “territorialità” del progetto, è voluta la scelta di proporre un evento organizzato in collaborazione con realtà veneziane. Italian Event Better – Tour operator e organizzazione eventi Muranero – Artigiano del vetro lavorato a lume Ca’ Eolia – La nuova concezione del bacaro veneziano
Gli artisti
ENDLESS Inglese di base a Londra, ha iniziato la sua carriera utilizzando i muri come tele per arrivare ad esibirsi in famose gallerie. Il buzz creato dalla street art lo ha fatto conoscere da personaggi famosi, brand internazionali e il mondo dell’arte. Tra i lavori-icona dell’artista c’è la rielaborazione di un famoso messaggio pubblicitario degli anni 90 interpretato da Marky Mark per Calvin Klein. La sua interpretazione dal titolo “Calvin Classics” è stata usata da Channel 4 per una campagna di sensibilizzazione sul tumore ai testicoli chiamata “Feeling Nuts”. Altri lavori includono la rielaborazione del marchio Chanel, in cui figura una bottiglia di profumo del noto brand ri-denominato da Endless “Chapel”. Commissioni significative sono state realizzate per celebrities come Rita Ora, il pugile David Hayes, per i magazzini di lusso Liberty di Londra. Tra le collaborazioni più importati, quella con il duo artistico Gilbert and George per una prestigiosa esposizione a Singapore. Con loro sta lavorando a una serie di opere destinate alla sua ultima mostra personale.
ALBERTO VIGNAZIA alias PAPIBULLDOZER Papibulldozer è un alter-ego o forse Alberto Vignazia è l’alter-ego di Papibulldozer. Papibulldozer è multimediale, si manifesta disegnato, illustrato, filmato, fotografato, fotovoltaico, costruito, riciclato, installato. Figurativo, astratto o semplicemente citato pervade ogni media con il suo cinismo raccontando i paradossi contemporanei, individuali e collettivi. Papibulldozer è perfomer. Papibulldozer si autostoricizza. Alberto Vignazia no, è timido. Frequentato (ma per una presa di posizione contro l’autorità costituita non laureato) il D.A.M.S di Torino Alberto cerca la “sua strada” orientando lo sguardo ai margini della società, verso tutto ciò che non appare ma è ricco di sostanza e significato, verso ciò che è scomodo o si evita di guardare. Determinante la nascita di Papibulldozer e del suo blog “cinema, arte, politica e parolacce. non sempre in quest’ordine”, luogo/non luogo in cui Alberto finalmente può cominciare a esprimersi. Insieme a Papibulldozer ha esposto: Passaggi a Nord-Ovest, Biella; CHIARI & geniali, Brescia; ARTEINGENUA, Milano e Roma; Chair and the Maiden Gallery, New York; Paratissima 11, Torino.
#FEELPEOPLE®
All’evento LIQUID IDENTITY anche un progetto fotografico a cura di Stefano Ceretti, fotografo professionista piemontese (Biella) che da una passione per arte e società ha creato un luogo virtuale in cui “socializzare”. Sin dal titolo si percepisce il moto che spinge lo sguardo oltre i paesaggi, i luoghi, le ambientazioni che, anche se stereotipati, acquistano un valore aggiunto quando la figura umana vi appare. Partito dall’esigenza di fotografare/promuovere aziende e attività commerciali che pongono la persona (prima dell’interesse) al centro dell’obiettivo, #FEELPEOPLE® è arrivato in maniera del tutto naturale, a contenere un nuovo significato: percepire la gente sempre e ovunque. Nascono quindi le sue diramazioni #feelpeoplewall, #feelstreet, #feelportrait, #feelpregnant, #feelwedding, #feeldog e tutta la serie “city”: #feelvenice/london/berlin/paris/shanghai/hongkong/newyork…
Il fotografo, l’unico autorizzato a seguire ogni passo dei nostri artisti, sarà lo sguardo vigile sulle varie identità che si confronteranno con LIQUID IDENTITY. Ogni passante avrà così modo di entrare a far parte della community #FEELPEOPLE® e, per questa prima e unica occasione, con l’accezione “liquid”: #feelliquidinvenice
www.stefanoceretti.com
IL VETRO DI MURANO PER LIQUID IDENTITY
Alla mostra Liquid Identity verrà esposta al pubblico la creazione di una bottiglia di EAU DE LAGUNE realizzata dal maestro vetraio della GLASS CATHEDRAL (Ex chiesa di Santa Chiara) di Murano che, per l’occasione, si unisce ai nostri partner di eccellenza in città. Un’operazione artistica brillante che intende offrire una nuova consapevolezza alle manifestazioni estetiche contemporanee, di cui Venezia è la più globalmente celebrata e riconosciuta. Come la bottiglia in vetro di Murano – esposta in mostra in posizione obliqua – Venezia si offre al pubblico come la più splendida e fragile tra le icone di venerazione contemporanea.
Le sedi
Antica scuola dei Laneri L’edificio, ricostruito nel 1633 dopo un grave incendio da (si presume) Baldassarre Longhena, presenta ancora oggi una facciata in pietra d’Istria al cui pianterreno due porte, fiancheggiate ciascuna da archi con inferriate, conservano in ferro battuto le iniziali del santo protettore. Alzando lo sguardo (piano primo) si vedono due bifore poste ai lati di un’edicola destinata a San Bernardino, mentre all’ultimo piano, si possono ammirare le suggestive finestre ogivali a cartiglio. L’interno completamente svuotato dagli arredi, conserva ancora l’originale soffitto ligneo. La Confraternita dei Laneri Postasi sotto la protezione di San Bernardino, ebbe dal 1541 un altare dedicato nella chiesa di San Pantalon (visibile ancora oggi, il terzo a destra). La confraternita si divideva in tre rami detti “colonnelli”: i verghesini, coloro che battevano la lana con le verghe; i pettinadori, coloro che lavoravano con i pettini di ferro; gli scartesini che la cardavano con pettini di ferro uncinati. I laneri dipendevano dalla Camera del Purgo e dai Provveditor de Comun; nel 1773 sono annoverati 20 garzoni e 200 lavoranti. Il 4 maggio 1786 il Senato soppresse questo sodalizio. Lo stabile dopo la soppressione fu adibito a usi diversi tra cui cinematografo; oggi è sede del patronato dipendente dalla chiesa dei Tolentini.Dal libro “Scuole grandi e piccole a Venezia tra arte e storia” di S. Gramigna e A. Perissa
BVK SPACE
Inaugura nel 2016 da un’idea dell’imprenditrice cilena Beatriz Valenzuela. L’ex magazzino in Calle Turlona a Cannaregio si trasforma in uno spazio multiculturale per assumere un doppio ruolo, galleria d’arte e spazio dedicato ai servizi (tour in kayak, laboratori, incontri…)
Calle Turlona 2866 (angolo Fondamenta dei Ormesini) Cannaregio 30121 – Venezia
“Volti d’ombra” testo teatrale (di Paola Caramel) interpretato da Cecilia La Monaca Installazione “Gradiva” di Antonia Trevisan Spettacolo incluso in Arts’ Connection, Festival del Vetro | Venezia 11 maggio 2018
“Fuoco Flamenco” spettacolo di musica e danza interpretato da Manuela Carretta e Angelo Giordano – Curatela Petra Cason (Vicenza) Spettacolo incluso in Arts’s Connection, Festival del Vetro | Venezia 13 maggio 2018
“Colonna sonora per notti disperate” di e con P. Caramel + Davide Calvi (pianoforte) Reading incluso nella rassegna Poetry Vicenza | 21 aprile 2018
“Giorni di freddo” personale di Virgilio Patarini a cura di Paola Caramel | Vicenza Cantiere Barche 14 | 14 gennaio-28 febbraio 2018
“Diario di un pazzo” con Virgilio Patarini, testo liberamente tratto da N. Gogol Performance inserita nel Festival Gli stati della mente – Vicenza | 25 febbr 2018
W l’Italia…? Dei delitti perpetrati alla cultura, mostra di Mail Art a cura di P.Caramel | Spazio B&V Kayak – Venezia | 20 genn-28 febbr 2017
Il suono del sole, reading in musica di e con P. Caramel + A. Ferrarese (pianoforte) Refectory di A. Trevisan, Ca’ Zenobio – Venezia | 29 ott 2017
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